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Pianeta Cultura,
Rivista bimestrale del Sapere diretta da Giucar Marcone
di seguito l'editoriale del numero di giugno 2025:
“Il Medioevo prossimo venturo (la degradazione dei grandi
sistemi)” è un saggio dello scrittore Roberto Vacca, pubblicato per la prima
volta nel 1971. Tante le copie vendute. Qualcuno lo riteneva un libro di
fantascienza, ma si sbagliava: era un libro profetico, uno specchio della
società del ventunesimo secolo. Stiamo vivendo un Nuovo Medioevo, si assiste ad
una continua espansione delle nuove tecnologie, della loro applicazione non
sempre tese al miglioramento delle condizioni umane, alla semplificazione della
vita, a un possibile aumento del benessere.
La tecnologia con i suoi tentacoli detta legge su ogni argomento:
energia, trasporti, comunicazioni senza trascurare medicina, salute,
alimentazione, agricoltura.
Ma non sempre il progresso cammina con la civiltà, è pur
vero che viviamo un tempo di grandi cambiamenti, ma il livello culturale della
nostra società è piuttosto basso, anzi sta peggiorando, pare che nel mondo ben
244 milioni di bambini non frequentino la scuola. E i bambini sono il nostro
futuro. E l’ambiente che ci circonda è continuamente sottoposto a continue e
progressive trasformazioni non sempre nel rispetto della natura.
Spesso l’uomo, apparentemente o incoscientemente, non si
rende conto di ciò che fa, perché in fondo in fondo il suo fine è l’appagamento
momentaneo del suo egoismo, cosicché condanna a morte la natura con azioni
ingiustificate come il taglio indiscriminato degli alberi, preludio a un
disboscamento letale per l’esistenza dei boschi, fa stragi di animali, appesta
l’aria.
Indice di regresso sono le guerre, vergogna dell’umanità,
rifiuto della ragione. Bombardamenti
indiscriminati, distruzioni di intere città e territori, popolazioni allo
sbando, migliaia di morti. Questo è il linguaggio del ventunesimo secolo? La
storia, maestra di vita, non c’insegna nulla?
A quanto pare, anche dopo due conflitti mondiali, il mondo
continua ad armarsi, a combattere, avviato a un inevitabile suicidio. Le guerre
si ripetono anche se con modalità diverse.
Odi, ideologie, interessi, voglia insaziabile di potere conducono il
mondo verso il baratro, verso un nuovo Medioevo.
Anche il patrimonio culturale è a rischio, con le guerre si
distruggono biblioteche, pinacoteche, siti archeologici, si cancella così la
memoria storica dell’umanità.
C’è una corsa inconsulta e irresponsabile agli armamenti,
alla scoperta di nuovi mezzi letali come armi biologiche, chimiche,
radiologiche, nucleari ma la morte viene sempre più spesso dall’alto. Da
qualche tempo si parla di intelligenza artificiale: quale beneficio per
l’umanità?
Certamente ce ne possono essere se l’A.I. è utilizzata per
fini giusti, per il miglioramento della condizione umana. Ma oggi emerge,
preponderante, la sua applicazione ai droni in guerra che si muovono senza
pilota, che sganciano missili su obiettivi non solo militari, ma talvolta,
volutamente, su scuole, ospedali ed altri edifici civili, causando disastri,
stragi se non genocidi.
È questa la civiltà del ventunesimo secolo? Di questo passo
ci autodistruggeremo. Siamo a un punto di svolta: dobbiamo dire, gridare “no
alla guerra”, è necessario operare per la pace come sosteneva con le parole ed
i fatti il medico, filantropo Gino Strada, per finire la guerra è facile: “basta
non fare la prossima, ed ecco che ne hai già eliminata una. Difficile è fare la
pace: perché la pace, proprio perché non c'è, bisogna farla”.
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La scomparsa di Luciano Niro lascia un vuoto incolmabile nel
mondo della cultura pugliese. Oltre a essere giornalista ed educatore, è stato un
valente uomo di cultura, ricercatore, autore di importanti studi e
pubblicazioni sulla storia della letteratura del Novecento. Il suo lavoro è
stato prezioso per “Pianeta Cultura”. Negli eventi, il ricordo di un amico che
continuerà a vivere nei nostri cuori.
Giacomo Borgatti ha il merito di farci scoprire personaggi
della storia e della letteratura poco noti, ma che hanno un loro fascino. In
questo suo scritto ci parla della scrittrice Mary Montagu (1689-1762), una
delle figure femminili più rappresentative del Settecento inglese ed europeo.
Un ritratto di Luigi Zuppetta (1810 - 1889), fine giurista e
patriota italiano è ben delineato da Carmine De Leo. Zuppetta, autore della
carta costituzionale dei moti del 1948 a Napoli, fu docente di diritto penale
all’Università partenopea.
Il brigantaggio post-unitario è stato un drammatico fenomeno
che ha coinvolto, dopo la caduta del Regno delle due Sicilie, soprattutto le
popolazioni meridionali. Una storia ancora tutta da approfondire, affrontata
con la consueta competenza da Duilio Paiano.
Da questo numero inizia la sua collaborazione alla nostra
rivista Vincenzo Musacchia, criminologo e docente di strategie di lotte alla
criminalità organizzata. Come suo primo contributo una sua considerazione sulla
“Quarta mafia”. In calce è riportato il suo ineguagliabile profilo
professionale.
Nel mondo del mito ci trasporta Vito Procaccini. Orfeo e
Euridice sono i protagonisti di questo suo interessante saggio. Procaccini
conosce bene l’arte dello scrivere e con le sue narrazioni “attraenti” riesce a
catturare l’attenzione di ogni lettore.
Docente, ricercatrice e scrittrice, Antonietta Pistone sa
rendere lo studio della filosofia attraente. Col suo modo di descrivere eventi
e testi filosofici, riesce a coinvolgere anche chi di filosofia non sa nulla.
Prova di questa sua innata capacità sono i due saggi contenuti in questa
rivista. Non vi incuriosisce l’argomento relativo al “Pi Greco tra storia e
filosofia”? E “la ricerca della felicità” non solletica il vostro interesse?
Ebbene, Antonietta Pistone dimostra ancora una volta la sua abilità di catturare
l’attenzione anche nell’ambito di una materia apparentemente ostica.
Marisa Donnini da tempo dedica il suo interesse ai problemi
dell’integrazione e dell’inclusione. Non sono problematiche facili da seguire,
tante le difficoltà, ma anche tanta la voglia di alleviare le sofferenze dei
più sfortunati. Può un giornale rendersi utile in qualche modo per tendere la
mano ai disadattati? Ne è convinta Donnini, responsabile di una rivista locale,
che diligentemente “ha incluso” nella redazione alcuni giovanissimi con
risultati a dir poco eccezionali.
Una galoppata sull’Autostrada del Sole, in prossimità del
casello di Firenze, alla scoperta di un’opera d’arte, unica nel suo genere. Una
chiesa dalla forma strana, color verderame.
È la realizzazione di un architetto, urbanista e incisore
toscano, Giovanni Michelucci, forza creativa del ventesimo secolo. A guidarci,
attraverso le preziose e fantastiche strutture della chiesa è la
giornalista-scrittrice Federica Capoduri che ci fa rivivere con le sue
descrizioni quanto di più bello può offrirci l’Italia.
Non tutti i giovani sono insensibili alla cultura, anzi ci
sono splendidi esempi del loro impegno nella scrittura, nell’arte, in ogni
branca dl sapere. Per questo sono orgoglioso di ospitare in questa rivista due
promettenti ragazze, Luisa e Letizia Procaccini: Luisa autrice del racconto dal
titolo enigmatico “75190 Meraviglie”, una narrazione surreale dove passato,
presente e futuro si fondono e Letizia che per l’occasione con i suoi colori,
con la sua immaginazione ha arricchito lo stesso racconto con un metaforico
disegno che parla di speranza verso un mondo migliore.
Le recensioni sono a cura di Federica Capoduri, Antonella
Mazzilli, Peppino Tozzi e Duilio Paiano.
L’angolo della poesia è impreziosito da tre poesie di Alda
Merini che parlano di violenza sulle donne e da una quarta di Antonella
Pistone, dedicata con amore alla mamma.
Negli eventi, il già citato ricordo di Luciano Niro e la
testimonianza di Marisa Donnini sul premio Stefano Capone.
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