Alla ricerca dei sapori perduti
Viaggio nella cucina Garganica
Autore: Alfonso Chiaromonte
Collana: Folklore e Tradizioni
Pagine: 150 p., Brossura
ISBN: 979-12-80156-08-2
Prezzo€ 15,00
«Viaggio nella cucina Garganica» non si
limita ad essere una semplice e fredda elencazione di ricette, bensì l’impianto
descrittivo di ogni realizzazione culinaria è arricchito di elementi
indispensabili per convincere il buongustaio ad assaporarla, nonché a
realizzarla.
Non è solo un libro che descrive le
preparazioni che danno sapore e gusto alla nostra comunità, ma è anche un
messaggio diretto ai giovani per sollecitarli a non disperdere le ricette della
propria famiglia, a custodirle, a farne un piccolo tesoro che potrà essere
fondamentale per una futura storia della nostra civiltà.
«Viaggio nella
cucina Garganica», se volete, consideratela una guida culinaria, ben
illustrata, ma realizzata in maniera rigorosa, integrata da riferimenti storici
e immancabili note di folklore.
il Prof. Alfonso Chiaromonte
con questo saggio, ci ricorda l’importanza del piacere legato al cibo, la
necessità dell’educazione al gusto, l’importanza della difesa delle cucine
locali e delle produzioni tradizionali.
Ancora un nuovo libro
di Alfonso Chiaromonte che va ad arricchire il suo già cospicuo catalogo di volumi dedicati alla storia,
alle tradizioni, al dialetto, agli usi e costumi DELLA NOSTRA TERRA.
Alfonso Chiaromonte, ci conduce per mano in
questa esposizione di pietanze
tipiche Garganiche, mettendoci
idealmente in contatto con le persone di un tempo, per farci scoprire il loro
modo di nutrirsi, dai cibi poveri a quelli più elaborati: piatti fatti di
verdure spontanee raccolte nei campi, ma anche coltivate negli orticelli
locali; pane e pasta fatti in casa con la farina del prospero grano locale;
carne di agnello, maiale, coniglio e
pollame allevati in paese, nei cortili; pesce
proveniente soprattutto dal vicino lago di Lesina per mezzo di venditori che allestivano
i loro banchetti di vendita nei mercatini, ma anche attraverso il porta a porta per le vie del paese; lumache,
rane, cacciagione, selvaggina procacciate in campagna e
nelle boscaglie; dolci tipici che caratterizzavano abitualmente le più
importanti ricorrenze e quant’altro la natura potesse offrire loro.
Il cibo, unitamente al dialetto, agli
usi e costumi di un territorio, rappresenta una sorta di banca dati ove poter
attingere informazioni e ricercare le fondamenta di una civiltà, di un popolo,
di una comunità.
E ciò a vantaggio soprattutto delle
nuove e delle future generazioni.
Ecco perché è importante lasciarne
traccia indelebile attraverso testimonianze scritte, vergate sulle pagine di un
libro a futura memoria, poiché verba volant, scripta manent, come dicevano i nostri antenati latini.
La forza delle radici di una comunità si manifesta
attraverso la testimonianza delle
tradizioni popolari, che devono necessariamente sopravvivere giacché non ci può
essere futuro senza memoria. E Alfonso Chiaromonte ha contribuito
molto in tutti questi anni, con impegno e costanza, a mantenere alto il
baluardo della testimonianza delle tradizioni con i suoi numerosi libri.